Come raggiungere il Moto Club Policoro
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Come arrivare a Policoro
Con le Autolinee:
Da Roma: Linea Roma - Trebisacce (www.saj.it)
Da Napoli: Linea Napoli - Policoro - Montalbano
Da Bari: Linea Bari - Taranto - Cosenza
• Con l’Autostrada A3 (Roma -Salerno - Reggio C.):
Prendere la diramazione per Potenza, proseguire conla Superstrada Basentana.
A Metaponto prendere la S.S.106 in direzione Policoro.
In alternativa, sempre dall’Autostrada A3 prendere la diramazione per la Sinnica o per la Fondovalle dell’Agri.
• Con l’Autostrada A14 (Bologna-Bari-Taranto):
Uscita Palagiano in direzione S.S. ionica 106 e proseguire in direzione Policoro.
• Con le Ferrovie dello Stato:
Linea Bari - Taranto- Metaponto Sibari - Fermata Stazione di Policoro.
• Con l’aereo:
Aeroporto di Bari-Palese.
Storia di Policoro
Cenni Storici
Lungo la strada statale Jonica 106, a circa 50 Km a nord di Sibari, sorge la città di Policoro, nei cui pressi sono stati riportati alla luce i resti di due antiche civiltà, succedutesi l’una all’altra: Siris ed Heraclea. La sua posizione, al centro del golfo di Taranto, in una fertile pianura solcata da due fiumi, anticamente navigabili (il Sinni e l’Agri), fece di Policoro un’importante crocevia per i traffici provenienti dall’Oriente che collegavano i centri ionici, prendendo la via dell’entroterra lucano e tirrenico. L’antica Siris fu fondata sulle sponde del Sinni (detto nell’ antichità appunto Siri) agli inizi del VII sec. a.C. dai Colofoni provenienti dall’Asia Minore. Nel VI sec. era già fiorente e minacciava la vicina Sibari, che la distrusse poco prima di cadere a sua volta vittima di Crotone. Dall’alleanza di Taranto e Thurii, a breve distanza, sulle rive dell’Agri, sorse allora Heraclea. La nuova città conobbe un periodo di notevole splendore e floridezza economica, traendo vantaggio dalla protezione di Taranto e diventando dopo Crotone, la sede della lega delle città italiote. Cadde temporaneamente sotto Alessandro il Molosso, re dell’ Epiro. Presso Heraclea si svolse il primo grande scontro tra i Romani e Pirro nel 280 a.C. A questo periodo risalgono le Tavole di Heraclea che contengono testi in lingua greca con riferimento all’ordinamento costituzionale e pubblico della città. Sul retro la trascrizione della Lex Julia Municipalis. Passò nel III sec. nell’orbita di Roma come confederata. Nel 1232 fu punto di riferimento per la spedizione di Federico II contro i ribelli siciliani. Successivamente appartenuta ai Gesuiti, fu feudo dei Beumont, dei Monfort ed infine dei Benedettini di Cava. Unico edificio esistente fino al 1900 è il Castello Baronale risalente al XIII - XIV sec. d.C. appartenuto ai Gesuiti divenne centro di un’azienda agricola prima della famiglia Serra e poi dei Berlingieri, che comprendeva anche il famoso bosco pantano, allora ricchissimo di selvaggina. Adiacente al Castello la Chiesetta rurale della Madonna del Ponte con il Bambino del XIII - XIV sec. Gli scavi archeologici si sono concentrati nell’odierna altura del Castello Baronale, che corrisponde all’antica acropoli e che ha rivelato resti di mura e abitazioni nonché numerosi oggetti mobili e ceramiche. Ai piedi dell’altura un Santuario dedicato a Demetra ha restituito terrecotte votive che scandiscono le fasi della vita da Siris ad Heraclea. A breve distanza un altro tempio dedicato a Dionisio e risalente al VII sec. Infine una vasta necropoli a valle dell’abitato, ha restituito notevole ceramica databile intorno aI 400 a.C., da attribuire alla fase classica di Heraclea. Il Museo Nazionale della Siritide, inaugurato nel 1969, presenta anzitutto testimonianze dell’età arcaica, ma la produzione più ampia è rappresentata dalle teste e dai busti di Demetra provenienti dal Santuario del V sec. e da vasi a figure rosse di produzione locale, oggi fedelmente riprodotte dal maestro ceramista di Policoro Gambarelli Michele, a testimonianza che la città è centro di notevole pregio archeologico. Policoro, Comune autonomo dal 1959, dispone di un modernissimo centro balneare attrezzato su tutto il litorale. Il suo territorio, prevalentemente agricolo, è caratterizzato da un clima umido è temperato, ed i terreni fertili consentono la coltivazione di ortaggi e di tantissime varietà di frutta, tra cui le pregiatissime fragole dal sapore zuccherino che esportate in tutto il mondo hanno reso famosa Policoro: La Città delle fragole.
Testo tratto da “Pianta della città di Policoro” di Protezione Civile di Policoro.